4/8/11

THECIRCLE @ Metallized

Uscita particolarmente insolita questa dei portoghesi Process Of Guilt; ad un anno e mezzo di distanza da Erosion - il loro secondo full lenght ufficiale - la band ci propone infatti sei diverse interpretazioni dell’ultimo omonimo brano presente in questo album.
Non siamo di fronte ad un best of, né tantomeno ad una compilation di b-sides; a quanto pare i Process Of Guilt hanno composto da capo queste sei composizioni prendendo spunto da Erosion, e tracciando i possibili percorsi della loro futura evoluzione musicale.
Ammetto di aver pensato, forse con una sana dose di malizia di fondo, che questi quattro ragazzi cercassero un modo alquanto originale nella forma di proporre qualcosa di vecchio in veste nuova, ossia l’ormai antica pratica del remix che sa più di furbata che di reale atto creativo.
Ascoltando questo The Circle mi sono trovato però molto presto a dovermi ricredere; è soprendente infatti che il brano di partenza venga trasformato di volta in volta in un qualcosa di nuovo. Riplasmare la materia, riordinare i suoi elementi costituenti e dare forma diversa ad una sostanza di per sé sempre uguale: se analizzato sotto questo punto di vista, questo insolito The Circle va davvero apprezzato.
La diversità degli spunti presenti su di uno scheletro compositivo ovviamente basato sulla stessa serie tonale, mostra un cospicuo numero di spunti interessanti; in particolar modo risultano apprezzabili i campionamenti elettronici che, in maniera mai invadente, danno forza ai riff chitarristici. Se le prime due versioni di Erosion si attestano su di un doom/death asfittico e quanto mai fangoso – ripercorrendo dunque la strada fin qui tracciata dalla band – le parti III e IV mostrano invece un deciso integrarsi della componente elettronica unita all’utilizzo sapiente dei sintetizzatori, i quali donano ad entrambi i brani un respiro più ampio ed etereo, ricordando – ma solo in brevi momenti – addirittura i pioneristici lavori di Brian Eno. Nonostante la forte pulsione creativa, il lato più sperimentale dei Process Of Guilt emerge nelle parti V e soprattutto nella VI; in quest’ultima infatti la componente doom/death sembra disintegrarsi in fredde espressioni industrial, culminando in un tripudio rumoristico a tratti assordante e che davvero taglia di netto ogni possibile rimando con la musica fin ad oggi prodotta dalla band portoghese.
Non è facile giudicare un lavoro così particolare nelle intenzione e nella forma, specialmente perché da queste sei versioni non possiamo trarre un quadro d’insieme del livello di coerenza e coesione che potrebbe fornire invece un full-lenght tradizionale. Tenendo ben presente questa particolare situazione, devo ammettere che i Process Of Guilt dimostrano, senza alcun dubbio, di possedere una personale vena creativa non affatto limitata ai semplici schemi del doom/death, ma di saper invece andare oltre, in direzione di uno stile davero unico. Attendo con ansia il prossimo full-lenght, per capire quale sarà la strada scelta dai nostri; tuttavia posso ben comprendere che molti di voi preferiranno risparmiare i propri soldi per questo The Circle, a meno che non siate dei fan della prima ora.
Il giudizio su questo lavoro non può che rimanere in sospeso, nonostante la grande qualità in esso contenuta.

written: 04.2011 by Daniele Salvatelli @ Metallized

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